Dopo una tempesta di vento e di pioggia, in un prato ormai scarno e bagnato, ripiegato su se stesso, appare uno stelo, ma guardandolo più da vicino, ecco la corolla appesantita dalle lacrime di pioggia, che punta verso la terra, che guarda in basso. Quel fiore è sempre stato lì. Lo si è calpestato, ignorato, schermito. Ma mai guardato, mai accarezzato, mai testato. E adesso che la tempesta si è portata via tutto, che i vestiti son volati tutti via, non rimane che la carne nuda e pallida distesa come una roccia, su un prato qualsiasi. Come mi chiamo ? Chi sono ? E nell’angoscia e disperazione, trovar un rimasuglio, un’ombra straziata dal vento – ancor viva, forse, per la prima volta.
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