Così il guardarsi negli occhi non fu mai tanto tardivo,
da un lato si è sperato, dall’altro si è ingollato,
e se non era un rospo eran fantasie, emozioni, fantasmagorie;
mi guardasti con irrequietezza e gioia,
e mi dissi: “sai, son bravo a farti passar la noia”.
Ma il congodere, non fece rima con amare,
ed io, assopita, ti lasciai andare.
E se anche un errore potesse parlare,
cosa direbbe se quello per te non era amare?
Di quanti siamo fatti?
Di cosa parlano ‘sti ragazzi?
Uno grida di buttarsi e l’altro alza il velo fino agli occhi,
quando di zittire il custode, la testa non ne vuole sentir proprio,
capisco solo adesso che di coraggio, ce n’era ben poco.
Ah, che frustrazione in questo mare calmo,
ancore e piedistalli traggono in inganno,
e se tali furono da non farmi rischiare,
adesso mi dico, vivi alla leggera, che il rammarico non ha da ripagare!